1 Giugno 2015
Temporali, centrali, dighe
Breve cronaca della fine di maggio, il tempo è stato caratterizzato da piogge e temporali, per fortuna di non forte intensità, quindi niente danni gravi.
Lunedì pomeriggio il cielo si sta rannuvolando, nella sera pioverà.
Martedì mattina nuvole spettacolari annunciano il temporale del pomeriggio.
Mercoledì mattina, il cielo si è aperto, è possibile vedere le montagne con ancora un po’ di neve.
Nel pomeriggio arrivano nuvoloni scuri, durante la notte ci sarà un temporale con lampi e tuoni.
Giovedì mattina, il cielo blu e l’aria limpida ci illudono che il maltempo sia finito, ma non è così.
Intanto il sole ha fatto venir fuori di nuovo una nostra vecchia conoscenza, sempre sul suo balcone intento a guardare con aria meditabonda il mondo.
Giovedì pomeriggio tornano a farsi vedere le nuvole e nella notte ci sarà una breve pioggia. Venerdì è programmata un’escursione, anche se il cielo sembra minaccioso si parte lo stesso, per fortuna non pioverà.
L’escursione inizia all’insegna dell’archeologia industriale, ecco la ex centrale elettrica “Antonio Pitter” di Malnisio, a Montereale Valcellina. La stazione, realizzata alla fine dell’800 inizio 900 era alimentata dalle acque del torrente Cellina, attualmente in disuso è oggetto di un’attività di restauro.
La sala principale con i 4 alternatori, osservare che all’epoca si curava anche l’estetica degli edifici industriali, oltre alle finestre trifore c’era anche il soffitto originale affrescato (affreschi perduti dato che il soffitto ha dovuto essere rifatto).
La centrale vista da un’altra angolazione, le arcate in alto sono quelle della diga del bacino di contenimento.
Quella sulla destra è la rampa che saliremo per raggiungere la diga sopra la centrale (naturalmente c’è un sentiero a zig zag…)
Ed ecco la centrale vista dal retro dall’alto della diga, notare le condotte che portavano l’acqua per alimentare le turbine.
Il lago artificiale di Barcis, realizzato negli anni ’50 del XX secolo per alimentare le nuove centrali.
Dall’alto della diga la forra o orrido del Cellina.
L’abitato di Barcis, il cielo minaccioso rende difficile fare buone foto.
Ci siamo spostati in provincia di Belluno, il monte che si vede nella foto è il Monte Toc, si può osservare l’enorme fronte della frana che precipitando nel bacino idroelettrico causò il noto disastro.
La diga è ancora in piedi anche se il bacino è stato completamente svuotato.
Allo sbocco della gola del Vajont l’abitato di Longarone.
A mezza costa il paese di Casso che, grazie alla sua posizione, è rimasto solo marginalmente colpito dal disastro.
Sperando che giugno ci porti belle giornate di Sole vi saluto