12 Aprile 2014
Chi vuol conoscere l’inferno…
Cosa vorrà dire questo titolo diabolico? La spiegazione più avanti, per ora vediamo un po’ di fatti degli ultimi giorni.
Martedì inizia all’insegna degli incontri felini, questo micio sarà, spero, di buon augurio.
Il cielo del mattino è pieno di nuvole, ma più tardi cambierà decisamente aspetto
Un’immagine che sembra quasi falsa.
Mercoledì mattina il cielo è minaccioso, nuvoloni scuri fanno temere un temporale.
Questo rettiliano, protetto dalla sua corazza, non si cura di minacce.
Nel pomeriggio ancora nuvoloni neri, alla fine le minacce si concluderanno con un nulla di fatto, almeno qui.
Giovedì: cielo che oserei definire azzurro, percorso da nuvole naturali (che siano guidate da Haarp?)
Decido di fare una gita turistica, proprio a questa si riferisce il titolo, infatti un detto popolare recita:
Chi vuol conoscere l’inferno
Trento d’estate, Feltre d’inverno
Questo perché l’estate trentina è calda ed afosa mentre gli inverni di Feltre sono noti per il gelo. Nonostante la città si trovi a solo 325 m di altezza in inverno è vittima di un’inversione termica che produce giornate freddissime.
Avrete già capito che la meta dell’escursione è Feltre.
Ecco una panoramica del centro storico. Tra le altre cose Feltre non è la città adatta a chi odia le salite e le scale, è costruita su una collina, il Colle delle Capre, e su più livelli, per cui abbondano le salite, alcune con rampa ma la maggior parte a gradini.
Ecco la prima salita che porta alle mura rinascimentali.
ed ecco la porta pusterla, entrando da qui e percorrendo 4 rampe di scale come questa
Si arriva al cuore del centro storico
Piazza Vittorio Emanuele.
La chiesa di San Rocco che domina la piazza. E a proposito della piazza una curiosità, ho detto che si chiama Piazza Vittorio Emanuele, ma sul muro di uno dei palazzi
La scritta “Karl’s Platz”, non so se risalente al periodo della dominazione austriaca (1796-1866) o al periodo che va da dopo Caporetto alla fine della prima guerra mondiale quando la città fu occupata dagli austriaci (Le condizioni della scritta e il fatto che all’epoca fosse imperatore Carlo II mi fanno propendere per la seconda ipotesi).
Nella parte più alta della città il castello, edificio sopravissuto all’estesa distruzione avvenuta nel 1509 ai tempi della lega di Cambrai.
Un’altra salita per raggiungere il castello.
Uno scorcio delle Dolomiti Bellunesi a nord della città.
La “torre del campanon” che peraltro non c’è più (il campanon intendo)
Questa è via Mezzaterra che percorre la città da est ad ovest ed è una delle poche vie del centro storico percorribili in auto.
Passando questa porta delle mura medievali e scendendo questi gradini siamo giunti al camminamento sui bastioni delle mura rinascimentali (Feltre ha due cinte di mura: le medioevali più in alto e le rinascimentali più in basso).
Ecco una panoramica dal camminamento, la chiesa bianca è il duomo.
In lontananza questo convento su uno sperone di roccia a picco, lo vedremo meglio durante il viaggio di ritorno.
Un altro sguardo alle dolomiti e durante il ritorno in treno
Il convento di prima visto più da vicino e da un’altra angolazione.
E visto che sono andato verso la montagna cosa c’è di meglio per chiudere:
Ci risentiamo prima di Pasqua per gli auguri.
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